Nuove agevolazioni fiscali per dipendenti con figli a carico: cosa devono sapere i datori di lavoro
Il 1° agosto 2023, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha emesso la circolare n. 23, che fornisce istruzioni chiare ai datori di lavoro desiderosi di concedere benefici finanziari ai propri dipendenti con figli a carico. Queste direttive sono in risposta alle modifiche apportate dall’articolo 40 del Dl n. 48/2023 (decreto “Lavoro”) in merito alle agevolazioni fiscali per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
LE NOVITA’ IN DETTAGLIO
La principale novità introdotta da questa disposizione è l’aumento del limite massimo per riconoscere ai dipendenti beni e servizi esenti da imposte nel 2023. Questo limite è stato elevato a 3.000 euro, rispetto agli ordinari 258,23 euro.
Inoltre, il decreto ha incluso le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche come benefici che non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente. Se però il valore complessivo dei beni, dei servizi e delle somme erogate per le utenze supera il limite di 3.000 euro, l’intero importo diventa imponibile dal punto di vista fiscale e contributivo.
Per evitare doppie erogazioni in relazione alle stesse spese, le somme pagate per le utenze nel 2023 relative a consumi del 2022 già rimborsate o per cui sono state erogate somme dal datore di lavoro non possono essere considerate per questa agevolazione.
Va precisato che i beneficiari di questa agevolazione devono essere titolari di redditi di lavoro dipendente o redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente con figli a carico, con un reddito non superiore a 4.000 euro o 2.840,51 euro se il figlio ha più di ventiquattro anni.
La circolare specifica che la condizione di figlio a carico deve essere verificata per il periodo d’imposta 2023 e che l’agevolazione può essere concessa a entrambi i genitori, anche se hanno un solo figlio a carico o se uno dei genitori non può beneficiare della detrazione per figli a carico.
AZIONI
In termini di procedure, i lavoratori devono dichiarare al datore di lavoro il loro diritto all’agevolazione, indicando il codice fiscale del figlio a carico. La dichiarazione può essere effettuata in accordo tra datore di lavoro e lavoratore.
Infine, se i requisiti per l’agevolazione non sono più soddisfatti, i lavoratori devono comunicarlo al sostituto d’imposta, che recupererà il beneficio non spettante dai successivi emolumenti. L’obbligo del datore di lavoro di informare le rappresentanze sindacali unitarie può essere posticipato fino alla chiusura del periodo d’imposta, purché avvenga entro tale termine.
FONTE: Fisco Oggi – Rivista online dell’Agenzia delle Entrate
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